Oggi sarebbe dovuto iniziare il campionato di calcio. Non entro nel merito del perchè non sia iniziato (non me ne frega niente), ma c'è stato un periodo in cui io amavo il calcio. Questa poesia l'ho scoperta a dodici anni, l'unica che ho imparato a memoria di mia iniziativa e che dopo più di trent'anni ancora ricordo a tratti, e ancora mi emoziona...
GOAL
Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La folla- unita ebrezza - per trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso la rete inviolata il portiere
- l’altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa - egli dice - anch’io son parte.
Umberto Saba